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Ritratto di Signora: Boldini e la Belle Époque

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Il Ritratto di signora di Boldini è un’opera realizzata nel 1901 circa, oggi in collezione alla GAM di Torino.

Giovanni Boldini nacque il 31 dicembre 1842 a Ferrara.
Dimostrò sin da giovanissimo una naturale predisposizione per l’arte, tanto che già prima di imparare a scrivere riempiva i quaderni di disegni e di schizzi.

In seguito abbandonò definitivamente gli studi scolastici per imparare i primi rudimenti pittorici sotto la guida del padre Antonio, il quale fu di grande supporto al talento del figlio e ne divenne il primo maestro, essendo anch’egli artista.

Boldini, artista della Belle Époque

Boldini fu uno dei più acuti interpreti della Belle Époque che da Parigi, arrivò anche nelle frenetiche capitali cosmopolite europee e nei raffinati ambienti delle città italiane.

Nel 1871 Boldini si trasferì proprio a Parigi, dove visse in prima persona il periodo di massimo splendore dell’epoca: assiduo frequentatore dei migliori salotti, diventò interprete della vita mondana, capace com’era di realizzare meravigliosi ritratti delle personalità più in voga dell’epoca.

In poco tempo, tanta fu la sua fama da essere considerato il pittore più in voga di Parigi, capace di fissare la grazia e l’eleganza dell’alta società del tempo, proponendo un ritratto veritiero della vita borghese.

Giovanni Boldini, 1897

Il Ritratto di signora

Il soggetto de Il Ritratto di signora è un’affascinante donna, della quale non viene specificata l’identità, dipinta in un’immagine giocata sui toni del dorato e del nero.

Per quest’uso dei colori, l‘opera potrebbe quasi richiamare i ritrattisti spagnoli del Seicento, artisti a cui l’artista si ispira già per altre opere, come il Ritratto di Madame Veil-Picard del 1897.

Il Ritratto di signora

Il Ritratto di signora, dal punto di vista stilistico, sembra essere evanescente specie nell’ elegante vestito della donna, che risulta solo accennato.

Boldini infatti nel 1880, durante un viaggio in Olanda, conobbe la pittura di Frans Hals e rimase colpito dalla velocità di esecuzione dei tratti dell’artista che tendeva a delle pennellate sempre più rapide, in una sintesi del gesto che diventerà tratto caratterizzante dell’ arte dello stesso Boldini.

Tale dinamicità del tratto portò la sua pittura a un effetto di smaterializzazione della figura, che perdeva i contorni, per focalizzarsi su una parte ben definita: solitamente il volto era più definito mentre gli abiti si perdevano nella velocità del tratto.

Se ti interessa approfondire l’arte e l’epoca di Giovanni Boldini, al Palazzo Mazzetti di Asti è in corso fino al 14 Maggio la mostra Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque .

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