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Quali mostre 2023 non perdere in autunno

Artsupp
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Il calendario delle mostre 2023 è sempre più fitto e ricco di appuntamenti.

Oggi vi presentiamo cinque delle mostre che ci accompagneranno nei prossimi mesi in giro per l’Italia.

Come nasce una storia? Disney al Palazzo Ducale di Genova fino al 2 Aprile 2023

Palazzo Ducale di Genova ospita fino al 2 aprile 2023, “Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo”. La mostra arriva in Liguria dopo essere stata al Mudec di Milano e a Palazzo Barberini di Roma.

Il percorso racconta al visitatore i capolavori nati dalla fantasia di Walt Disney riconducendo le storie ai miti, le leggende medievali, il folklore, le favole e le fiabe che le hanno ispirate. Queste corrispondono alle sezioni tematiche della mostra, in cui trovano collocazione le storie più famose da cui sono stati tratti i film Disney e vengono presentate in chiave narrativa attraverso l’esposizione dei bozzetti preparatori di ricerca creativa, incentrati sull’esplorazione di personaggi, ambientazioni e trame narrative.

In mostra molta attenzione è data all’ animazione, medium artistico immediato ai fini della narrazione. Walt Disney e i suoi collaboratori lavorarono su queste tematiche, conferendo aspetti e sentimenti umani agli animali e agli oggetti delle favole, creando negli anni personaggi universalmente noti come Topolino e Paperino, Robin Hood a La Spada nella Roccia a I Tre Porcellini, da Hercules a Pinocchio, Biancaneve e i Sette Nani, La Bella Addormentata nel Bosco, Cenerentola, La Sirenetta, fino a Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle.

Robin Hood, 1973, Gouache e inchiostro su carta

Turning pain into power al Kunst Merano Arte fino al 29 Gennaio 2023

La mostra TURNING PAIN INTO POWER , che Kunst Merano Merano Arte ospita dal 15 ottobre 2022 fino al 29 gennaio 2023, pone l’accento sul potenziale dell’arte nel risvegliare e incrementare la consapevolezza sulle ingiustizie sociali e politiche. La collettiva presenta una selezione di artist* che contrastano diverse forme di iniquità attraverso strategie forti, consapevoli e creative, affrontando tematiche quali il razzismo, la violenza di genere e la lotta alle discriminazioni, come ad esempio quelle rivolte contro la comunità LGBTQIA+.

La mostra si apre con il motto “I won’t shut up”, di Monica Bonvicini: l’opera si riferisce alla libertà di espressione quasi come il dovere di “aprire la bocca” e non accettare in silenzio le ingiustizie.

In mostra, oltre alla parola, anche altre forme espressive possono diventare segni di resistenza collettiva. Giuseppe Stampone cattura un momento storico impresso nella nostra memoria collettiva riproducendolo con una biro: nel 1968, durante la premiazione alle Olimpiadi di città del Messico, l’atleta afroamericano Tommie Smith alza il pugno proponendo il saluto del movimento Black Power, un segno contro la discriminazione della popolazione afroamericana. A distanza di circa cinquant’anni, il gesto di inginocchiarsi proposto da molti atlet* in tutto il mondo come atto di solidarietà, in relazione al movimento Black lives matter, si ricollega a queste strategie di protesta pacifica.

I Won’t, Monica Bonvicini, 2021, serigrafia su carta

Nuove Tendenze, Leonardo Dudrevulle e l’avanguardia degli anni dieci alla Fondazione Ragghianti di Lucca fino all’8 Gennaio 2023

La Fondazione Ragghianti mette in mostra dal 15 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023, la mostra NUOVE TENDENZE. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci.

La mostra è dedicata al gruppo Nuove Tendenze fondato a Milano nel 1913 dal critico Ugo Nebbia e dall’artista Leonardo Dudreville.

Il movimento Nuove Tendenze è caratterizzato da un’assoluta libertà sperimentale. La mostra offre una lettura all’interno del contesto delle avanguardie internazionali e delle “mostre di fronda” italiane, affrancando Nuove Tendenze dall’etichetta di para-futurista, per quanto abbia con il movimento di Marinetti molte tangenze, soprattutto comunicative.

NUOVE TENDENZE. Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci si apre con una sezione dedicata agli sviluppi del Divisionismo nel primo decennio del Novecento, in cui le opere di Dudreville dimostrano un’ apertura verso valori espressivi e formali che puntano a un uso autonomo del segno pittorico, della luce, del colore. Il percorso prosegue poi con una parte dedicata ai rapporti di Dudreville con la compagine futurista e con altri artisti, come Aroldo Bonzagni.

La seconda parte della mostra è dedicata alla partecipazione di Dudreville a “mostre di fronda” quali Nuove Tendenze, che costituisce uno dei principali episodi espositivi in cui l’avanguardia artistica milanese elabora una strategia operativa alternativa rispetto ai canali ufficiali legati al mondo accademico.

Un caduto, Leonardo Dudreville, 1919, Olio su tela

Italia in attesa a Palazzo da Mosto a Reggio Emilia fino all’8 Gennaio 2023

Italia in-attesa. 12 racconti fotografici”, dal 15 ottobre all’8 gennaio è in mostra a Palazzo da Mosto a Reggio Emilia.

La mostra racconta un’Italia sospesa e interdetta, trasformata dal primo lockdown causato dal Covid: un tempo diverso dove anche lo spazio, l’architettura e l’ambiente diventano “altro” quando l’uomo non li abita.

Italia in attesa si sviluppa attraverso le visioni e la sensibilità di altrettanti grandi fotografi: Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge.

In mostra ci sono fotografie di paesaggi e piazze, orizzonti e spazi pubblici, opere d’arte e oggetti quotidiani. Tutti paesaggi spaesati che sposano la bellezza sublime con la percezione di una crisi profonda, dove alla natura rigogliosa che riempie progressivamente gli spazi urbani corrisponde il vuoto e l’assenza di vita umana.

Gubbio, Festa dei Ceri, Piazza Grande, Ilaria Ferretti, 2020, Fotografia

De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978) a Palazzo Pallavicini fino al 12 Marzo 2023

Palazzo Pallavicini a Bologna, ospita una grande esposizione dedicata a Giorgio de Chirico, padre della pittura metafisica. La mostra dal titolo “De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)” include oltre settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma e ricostruisce due importanti momenti della pittura dechirichiana: la stagione “barocca” e la stagione neometafisica.

La stagione “barocca” va dal 1938 al 1968, quando de Chirico si ispira a Rubens e ai grandi maestri del calibro di Dürer, Raffaello e Delacroix. Le sue opere, che non sono realiste, vogliono creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero. I lavori di questa stagione sono ancora meta-fisiche: rappresentano una metafisica della natura, ovvero, una natura che in natura non esiste.

In mostra sono presenti una serie di importanti autoritratti, come il famoso Autoritratto nudo del 1945 e l’emblematico Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956. Sono esposte anche altre opere fondamentali della stagione “barocca”, come Natura morta ariostesca, 1940; La pattinatrice, 1940; la terracotta Bucefalo, 1940; la serie di Villa Medici.

INV 138 – Le muse inquietanti, Giorgio de Chirico, 1974 

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