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Monet a Genova con i capolavori del Musée Marmottan di Parigi

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Claude Monet è al Palazzo Ducale di Genova fino al 22 Maggio 2022 con la mostra “Monet Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi”. 

Monet pittore della luce

L’artista è forse il più noto tra tutti gli esponenti dell’impressionismo francese

Nato a Parigi nel 1840, Oscar Claude Monet è stato uno dei fondatori del movimento artistico e ancora oggi ne è uno dei rappresentanti più coerenti e prolifici. Insieme a lui operarono artisti come Renoir, Sisley e Caillebotte. 

Spinto fin da giovane da una forte propensione per le arti e la pittura, fondamentale sarà per lui l’incontro con Eugène Boudin, corniciao di Gravier’s il quale, ammirandone il talento, considerava le sue opere come sconvolgenti, ricche di vita ed entusiasmanti. Fu proprio Boudin a indirizzare l’artista verso la realizzazione di opere en plein air (all’aria aperta) che, nel corso dei secoli, gli sono valse un posto nella storia dell’arte.

Ben presto Monet diventa il pittore della luce, dell’aria e, appunto, dell’impressione che altro non è se non un momento esatto immortalato come una fotografia sulla tela. Oggi, le sue opere sono esposte nei musei più importanti del mondo. 

Claude Monet, Le rose, 1925 – 26, Olio su tela

Monet e i Capolavori dal Musée Marmottan

La mostra Monet Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi presso il Palazzo Ducale di Genova raccoglie cinquanta opere provenienti dal museo francese ed allestite sotto la cura di Marianne Mathieu, storica dell’arte e direttrice scientifica del Marmottan

Procedendo attraverso le sette sezioni in cui è divisa l’esposizione, è possibile ripercorre l’evoluzione artistica del maestro francese fino ad arrivare ai capolavori che meglio rappresentano gli studi sulla luce e i suoi cambiamenti. 

Palazzo Ducale è la cornice di una mostra definita come intima che racchiude i lavori a cui il pittore era maggiormente legato e che custodì con se fino alla morte, avvenuta il 5 Dicembre del 1926.

Le Ninfee

Parlando di opere care a Monet ed esposte in mostra, è inevitabile fare riferimento alle Ninfee che l’artista dipinse ripetutamente e in maniera compulsiva, divenendone ossessionato, dal 1890 fino alla fine dei suoi giorni.

Il ciclo delle Ninfee, che conta oltre 250 opere, è oggi di proprietà dello Stato Francese.

Claude Monet, Ninfee, 1916-1919 circa, olio su tela

Gli anni a Giverny

Il giardino della sua casa di Giverny insieme al lago artificiale che vi costruì, sono stati la fonte d’ispirazione per Monet: vi trascorreva intere giornate cogliendo ogni minimo cambiamento di luce e riportandolo sulla tela.

Il suo progetto, al quale si mantenne fedele, consisteva nel dipingere le ninfee su tele di grandi dimensioni andando nella direzione opposta alla tradizione impressionista che prediligeva formati più piccoli per i soggetti scelti. 

Sebbene questi fiori siano l’opera simbolo dell’impressionismo, in realtà sono anche il tentativo di una sua evoluzione.

Monet, che lavorava instancabilmente in ogni stagione, nei mesi più freddi iniziò a concludere le tele all’interno del suo atelier interrompendo il processo creativo che non si realizzava più solo en plein air, ma era anche il risultato di un ricordo impresso nella sua memoria. 

Claude Monet, Lo stagno delle ninfee 1917 – 1919, olio su tela

Il pittore, infatti, arrivò a dipingere le ninfee avendo perso quasi del tutto la vista, motivo per cui proprio il ricordo fu determinante nella realizzazione delle tele.

Cambiando la modalità di esecuzione dell’opera, cambia inevitabilmente anche la tecnica: le pennellate che esercita sulla tela sono ora sempre più approssimative, lontane dalla cura dei dettagli e vicine ad una sorta di astrattismo. 

Monet Capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi è un’occasione imperdibile per approfondire l’evoluzione artistica di uno degli esponenti più amati dell’arte del ‘900. 

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