La Fondazione Michelangelo Pistoletto a Biella custodisce una delle opere iconiche dell’artista, la Venere degli stracci.
Pistoletto, figlio d’arte
Michelangelo Oliviero Pistoletto nasce a Biella il 25 giugno del 1933.
All’età di un anno si trasferisce a Torino dove il padre, anch’egli artista, apre uno studio di restauro di quadri.
Pistoletto, immerso nell’arte fin da bambino, non tarda a cimentarsi con i primi esperimenti nel settore, diventando in seguito uno dei principali esponenti dell’arte povera, corrente artistica italiana nata nella seconda metà degli anni sessanta.
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La Venere degli Stracci
Pistoletto realizza la Venere degli Stracci, esposta presso la Fondazione Pistoletto di Biella, nel 1967.
L’opera è un’ installazione iconica dell’artista ma, secondo gli aneddoti che ne accompagnano la genesi, nacque per puro caso: Pistoletto notò nel suo studio la statua, sulla quale erano stati casualmente gettati degli stracci.
L’ispirazione fu immediata.
La Venere degli Stracci è composta da un calco in gesso raffigurante Venere, dea romana della bellezza, e da un cumulo di vestiti colorati che le si staglia davanti.
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L’ordine contro il disordine
La dea nuda e bianca, resa ancora più brillante grazie ad uno strato di vernice e polvere di mica, rivolge le spalle a chi la guarda.
La Venere è l’ordine, impassibile davanti al disordine rappresentato dagli abiti colorati e gettati alla rinfusa gli uni sopra gli altri. La figura femminile è simbolo dell’arte classica e della memoria di quella che un tempo fu la massima espressione di bellezza nell’arte.
Al contrario, i vestiti non sono altro che le prove tangibili del consumismo dilagante della società.
Se mancasse la statua, gli abiti non sarebbero niente: è lei ad animarli e a dar loro vita vita.
La Venere degli stracci: specchio della società
La Venere degli Stracci è una delle opere più rilevanti all’interno dell’arte povera, sia per i materiali “poveri” usati, sia per il contrasto voluto e marcato tra due mondi estremamente distanti tra loro.
Da una parte la figura femminile e la bellezza antica, non soggetta alle spietate leggi del tempo e dall’altra il consumismo inarrestabile di cui i vestiti sono simbolo.
Così come la statua rimane ferma e imperturbabile, allo stesso modo gli stracci sono lo specchio di una società che cambia velocemente e che cede irrimediabilmente alla rovina.
A più di cinquant’anni dalla sua realizzazione, la Venere degli stracci è un’opera che si propone ancora come spunto di riflessione attuale.
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