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La mostra di Salgado al MAXXI : viaggio in Amazônia

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Artsupp

Sebastião Salgado è uno dei più grandi fotografi dei nostri tempi ed è il protagonista della mostra Sebastião Salgado. Amazônia, al MAXXI di Roma, fino al 21 Agosto 2022.

La città è l’unica tappa italiana del progetto fotografico.

Sebastião Salgado

Nasce in Brasile l’8 Febbraio del 1944 ma vive da anni a Parigi.

Salgado studia economia e statistica e decide di dedicarsi definitivamente alla fotografia relativamente tardi, dopo una missione in Africa

Fotografo umanista, si dedica in particolare alla realizzazione di scatti che portano alla luce aspetti di rilevanza sociale e tematiche di ampio respiro come i diritti dei lavoratori, la povertà e gli effetti distruttivi dell’economia di mercato nei Paesi in via di sviluppo.

Arcipelago fluviale di Mariuá. Rio Negro. Stato di Amazonas, Brasile, Sebastião Salgado, 2019,  Fotografia

Sebastião Salgado in Amazônia

Salgado, per realizzare i propri progetti impiega mesi, a volte anche anni, in giro per il mondo. 

In questo caso si tratta di ben 200 scatti raccolti in sei anni, durante i quali si è immerso nelle zone più remote della foresta amazzonica per riuscire a cogliere e testimoniare la bellezza di questi luoghi e delle popolazioni che li abitano. 

 La foresta dell’Amazzonia occupa bel il 60% della superficie del continente sudamericano, un’area più estesa dell’intera Unione Europea.

Giovani donne Suruwahá. Stato di Amazonas, Brasilel, Sebastião Salgado, 2017, Fotografia

Scopri tutti gli approfondimenti sulla mostra!

L’esposizione si divide in varie sezioni che raccolgono i principali elementi della foresta: i fiumi, le montagne, le tempeste e ovviamente le popolazioni che vi abitano come gli Awá-Guajá, gli Yawanawá, le comunità Yanomami, gli Ashaninka e i Korubo.

Anavilhanas, isole boscose del Río Negro. Stato di Amazonas, Brasile, Sebastião Salgado, 2009, Fotografia

Amazônia è quindi un’immersione totale nella foresta tra la maestosità della sua vegetazione, la potenza delle montagne, il fragore delle acque e la vita delle popolazioni indigene che la abitano e custodiscono. 

La mostra riesce a cogliere l’immensa potenza della natura di quei luoghi e, allo stesso tempo, la sua fragilità.

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