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La Fornarina di Raffaello Sanzio

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La Fornarina è un’opera di Raffaello Sanzio, oggi conservata a Palazzo Barberini a Roma.

L’ opera è tra le più conosciute del “maestro del bello” così come viene definito Raffaello.

Chi era la Fornarina?

Si tratta presumibilmente di Margherita Luti, figlia di un fornaio romano e per tale ragione passata alla storia con il soprannome della Fornarina.

Si ritiene che Margherita, della cui biografia si conosce ben poco, fosse l’amante di Raffaello, se non addirittura moglie, almeno negli ultimi anni di vita dell’artista, come ipotizzato da qualcuno.

Uno dei pochi dati certi sulla vita della giovane è infatti che, negli anni venti del ‘500 si convertì alla vita monastica entrando nel monastero di Sant’ Apollonia in Trastevere.

Proprio pochi mesi dopo la morte di Raffaello.

Da qui, l’ipotesi di un matrimonio segreto e la decisione da parte della ragazza di entrare in monastero alla morte del marito.

Probabilmente fu modella anche per altre opere di Raffaello come ad esempio la Velata, che denota una certa somiglianza.

La Fornarina, Raffaello Sanzio

La Fornarina di Raffaello

La Fornarina è ritratta nuda, il che fa presumere che dovesse essere destinata ad una collezione privata.

Inoltre, sull’effettivo committente della tela non si sa niente, tanto che si è pensato Raffaello l’abbia dipinta per se stesso.

La donna è ritratta a seno scoperto, protetta solo da un velo che regge al petto con la mano destra e da un manto rosso che copre le gambe. La figura è di tre quarti, verso sinistra, mentre i suoi occhi che guardano a destra superano lo sguardo dello spettatore.


Indossa un bracciale, sul quale compare la scritta “Raphael Urbinas”, firma dell’artista e anche simbolo di un pegno d’amore.

Lo stile

Dal punto di vista stilistico, La Fornarina fu realizzata in due riprese.

Sullo sfondo scuro si intravede un cespuglio di mirto – pianta sacra a Venere – ma inizialmente avrebbe dovuto esserci un paesaggio di ispirazione leonardesca, come quello della Monna Vanna.

La Fornarina, dettaglio

L’immagine della ragazza si staglia in contrasto rispetto a ciò che le sta dietro, grazie alla luce che, da sinistra, la mette in risalto.

La posa della mano destra sul seno richiama il gesto proprio della Velata, altra famosa opera di Raffello, tuttavia il disegno dell’orecchio differisce da quest’ultima.

Tra la Fornarina e Venere, oltre al cespuglio di mirto, ci sono altri collegamenti: la prima infatti segue il modello della “venere pudica” nella statuaria classica.

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