Giorgio de Chirico è a Bologna fino al 12 Marzo, nelle stanze di Palazzo Pallavicini.
Palazzo Pallavicini ospita l’esposizione “De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)“ , interamente dedicata al padre della pittura metafisica, Giorgio de Chirico.
Chi era Giorgio de Chirico
Giorgio de Chirico nasce a Volo, in Grecia, il 10 luglio del 1888 da genitori italiani di estrazione nobile.
Suo padre Evaristo era figlio del barone palermitano Giorgio Filigone de Chirico mentre la madre era la baronessa di origine genovese Gemma Cervetto.
Per i primi diciassette anni di vita, de Chirico visse in Grecia insieme ai genitori e al fratello Andrea, anch’egli artista e scrittore, poi diventato famoso con lo pseudonimo di Alberto Savinio.
De Chirico e l’oltre
Palazzo Pallavicini ospita la pittura metafisica di Giorgio de Chirico .
“De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)” raccoglie un prestigioso corpus di opere del pittore tra i più influenti e riconosciuti del Novecento italiano.
“De Chirico e l’oltre. Dalla stagione «barocca» alla neometafisica (1938-1978)” comprende oltre settanta opere provenienti dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma e si propone di raccontare due importanti momenti della pittura del maestro: la stagione “barocca” e la stagione neometafisica.
La prima va dal 1938 al 1968, quando de Chirico lascia Parigi e torna in Italia nel 1939.
In questa fase della sua produzione artistica si ispira a Rubens e ai grandi maestri come Dürer, Raffaello e Delacroix.
Come nasce la pittura metafisica
La pittura metafisica nasce a Firenze nel 1910.
In quegli anni de Chirico, ricoverato all’ospedale militare di Ferrara, conosce il pittore futurista Carlo Carrà, con cui intraprende il percorso che lo porta a perfezionare i canoni della pittura metafisica.
Dal 1920, tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista Pittura metafisica: ispiratrice di architetture reali realizzate nelle città di fondazione di epoca fascista, dove il razionalismo italiano lavorerà anche su forme, spazi e particolari architettonici metafisici.
La figura del manichino, presente anche nell’opera Le muse inquietanti, dell’uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico, 1917), gli fu invece ispirata “dall’uomo senza volto”, personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, anch’egli pittore e scrittore.
Dopo un breve periodo di contatto con il surrealismo agli inizi degli anni ’20, le sue opere successive di Giorgio de Chirico si contraddistinguono per il virtuosismo tecnico, tributo e ringraziamento al periodo barocco.
La mostra su de Chirico a Bologna
Le opere incluse nella mostra di de Chirico a Bologna vogliono creare un mondo ideale e irreale, una finzione più vera del vero: de Chirico era convinto che “la realtà non può esistere nella pittura perché in generale non esiste sulla terra”, come lui stesso scrisse.
In mostra sono presenti una serie di noti autoritratti, come il famoso Autoritratto nudo del 1945 e l’emblematico Autoritratto nel parco con costume del Seicento del 1956.
Qui l’artista indossa abiti antichi e si misura con i maestri del passato, dichiara la sua distanza dalla modernità e rifiuta i dogmi del Novecento, rivelandosi come primo artista post-moderno.
Sono esposte anche altre opere fondamentali della stagione “barocca”, come Natura morta ariostesca, 1940; La pattinatrice, 1940 (il ritratto della moglie Isabella come allegoria dell’inverno), la terracotta Bucefalo, 1940 (uno dei primi esempi di de Chirico scultore) e la serie di Villa Medici (esposta nel 1945 alla Galleria San Silvestro).
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