Gustav Klimt nasce a Vienna nel 1862.
Pittore riconosciuto a livello internazionale, è stato uno dei massimi esponenti e fondatore della Secessione Viennese (Wiener Sezession), realizzandone anche il periodico-manifesto di cui furono pubblicati negli anni successivi più di novanta numeri.
Gli artisti appartenenti al gruppo della Secessione aspiravano, oltre a portare l’arte al di fuori dei confini della tradizione accademica, anche a una rinascita di quest’ultima: per tale ragione, non vi era uno stile prediletto e il gruppo accolse simbolisti, naturalisti e modernisti.
Le tre età della donna e l’uso dell’oro
Le tre età della donna è un’opera di Klimt conservata alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Realizzata nel 1905, appartiene al periodo definito aureo dell’artista che coincide con quello della piena maturità.
A partire dal 1903, infatti, Klimt si recò a Ravenna diverse volte e rimase colpito dai mosaici bizantini.
Già avvezzo all’uso dell’oro nelle arti, eco dei lavori del padre e del fratello entrambi orafi, iniziò a sperimentare con l’uso di questo metallo, trasfigurando la realtà e modulando le parti piatte e plastiche con passaggi di tono dall’opaco al brillante.
Il significato dell’opera
Le tre età della donna raffigura, come anticipa il titolo stesso, tre fasi della vita femminile partendo dall’infanzia, attraversando la maternità e arrivando all’inevitabile declino della vecchiaia.
Delle tre figure femminili, la donna più anziana è raffigurata di profilo, con il ventre pronunciato e leggermente più sollevata rispetto alle altre due come ad accennare un suo allontanamento, probabile metafora della morte. Ha una mano che le copre il volto, incorniciato da una folta chioma di capelli grigi.
La ragazza più giovane, al centro della composizione, ha invece al contrario la pelle bianca e liscia, i capelli di un arancione vivace decorati con dei fiori bianchi. Abbraccia la bambina, simbolo dell’infanzia, che sembra dormire.