Le mostre da vedere a Milano: i nostri consigli

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Avete programma una gita a Milano o siete già in città? Volete visitare una mostra ma non sapete quale? Ci pensiamo noi: ecco le cinque da non perdere per nessun motivo.

Marc Chagall. Una storia di due mondi al MUDEC – Museo delle Culture di Milano fino al 31 Luglio 2022

Al Mudec – Museo delle Culture di Milano fino al 31 Luglio 2022 è in mostra Marc Chagall. Una storia di due mondi. 

Chagall è uno degli artisti più noti e apprezzati del secolo scorso. 

Nasce a Lesna, oggi Bielorussia, il 7 Luglio del 1887 e si trasferisce a Parigi agli inizi del Novecento. Qui darà pieno sfogo alla sua arte, grazie anche agli incontri con altri intellettuali ed artisti dell’epoca come Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Fernand Léger e Eugeniusz Zak

Marc Chagall. Una storia di due mondi è curata dall’Israel Museum di Gerusalemme e presenta l’artista sotto una luce diversa, nuova. 

Con particolare attenzione all’attività di Chagall come illustratore editoriale, la mostra analizza temi a lui particolarmente cari come l’affetto e la nostalgia per la città natale, l’incontro con l’amatissima moglie, Bella Rosenfeld e i ricordi di quest’ultima sulla vita nella comunità ebraica che Chagall illustrò nei due libri della donna, Burning Lights e First Encounter. 

In mostra quindi tutti i disegni originali, comprese le acqueforti dedicate all’opera di Gogol “Le anime morte” che Ambroise Vollard, editore francese, commissionò a Chagall. 

Non finisce qui: Marc Chagall. Una storia di due mondi include anche oggetti, di uso religioso, utilizzati per cerimonie ebraiche e raffigurati nelle opere di Chagall. 

Coppia di innamorati e fiori, Marc Chagall, 1949, Gouache e litografia a colori

David Lachapelle. I Believe in Miracles al MUDEC – Museo delle Culture di Milano fino all’11 Settembre 2022

Restiamo al Mudec di Milano con un’altra mostra in corso fino all’11 Settembre 2022: David LaChapelle. I Believe in Miracles. 

Un’ambiziosa mostra personale sull’artista statunitense, classe 1963, che agli inizi della sua carriera ha esordito, per di più giovanissimo, sotto la guida di Andy Warhol

L’ esposizione, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, racconta un David LaChapelle per certi versi inedito. 

In mostra oltre 90 opere, eterogenee tra loro – grandi formati, scatti site-specific, nuove produzioni e una video installazione – che raccontano lo stile distintivo della fotografia dell’artista americano. 

Al centro della mostra David LaChapelle. I believe in miracles c’è l’animo umano e le sue mille sfaccettature: gioie, dolori, solitudini, passioni, insicurezze e ideali.

Ogni fotografia esposta in mostra, è nata – a detta dello stesso LaChapelle – per una vera e propria urgenza nel voler lasciare un segno all’interno di un’esistenza continuamente minacciata ad esempio dalle malattie o dal pensiero della morte. 

Ecco allora fotografie apocalittiche con donne bellissime di fronte a case in rovina, anziani che si baciano in modo travolgente in un panorama di abbandono desolante, ragazze stese sul lettino a prendere il sole con la maschera antigas.

Revelations, David LaChapelle, 2020, Fotografia

Mattioli/Caravaggio. The lightful fruit alla Pinacoteca Ambrosiana fino al 3 Luglio 2022

Mattioli/Caravaggio. The lightful fruit è alla Pinacoteca Ambriosiana di Milano fino al 3 Luglio 2022. 

Carlo Mattioli è stato un pittore italiano. 

Nasce a Modena l’8 Maggio del 1911 ma ben presto si trasferisce a Parma dove risiederà per tutta la vita. Le sue opere, caratterizzate da un suggestivo tonalismo figurativo, sono ricche di richiami alla letteratura e alla poesia. La sua pittura si è andata poi evolvendo fino stabilirsi a metà tra formale e informale. 

Mattioli scompare nel 1994 e nel 1996 nasce a Parma l’Archivio Carlo Mattioli, curato dalla nipote Anna Zaniboni Mattioli. 

La mostra Mattioli/Caravaggio. The lightful fruit esplora, tramite un confronto inedito, la pittura dell’artista parmense a confronto con La Canestra di Frutta di Caravaggio

L’accostamento tra Mattioli e Caravaggio trova le sue radici già nella Biennale a cui l’artista emiliano partecipò nel 1948 con un ciclo di dipinti e disegni, dal titolo Cestini del Caravaggio.

Questi però, a causa del clima di rivolta sociale dell’epoca, rimasero esposti soltanto per un giorno.

Il percorso espositivo è diviso in tre ambiti che vanno dal processo creativo ai materiali utilizzati dal pittore. Nella terza sala, con la Canestra di Caravaggio, si tratta la spogliazione sospesa nella penombra della stanza. Procedendo verso la quarta stanza, viene proposta la visione delle ultime opere relative alla Canestra e l’evoluzione del processo esplorativo di Mattioli.

Dal cestino del Caravaggio, Carlo Mattioli, 1968, Olio su tela

Miriam Cahn. Gezeichnet alla Fondazione ICA fino al 28 Maggio 2022

Fondazione ICA ospita nei suoi spazi, fino al 28 Maggio 2022, la mostra Miriam Cahn. Gezeichnet. 

Miriam Cahn, artista svizzera, nasce a Basilea nel 1949. Le sue opere trattano in particolare temi come il femminismo e tutti gli aspetti ad esso correlati, ad esempio il parto. 

La ricerca artistica della Cahn trae ispirazione dalla performance art e dai movimenti femministi degli anni ’60 e ’70 e mette al centro, appunto, il corpo. Negli anni ’80 raggiunge il successo e si afferma sulla scena internazionale, partecipando negli anni a seguire a diverse fiere d’arte ( Documenta 7, Kunsthalle di Basilea ) e alla Biennale di Venezia del 1984, in rappresentanza della Svizzera

Miriam Cahn in Gezeichnet mette in mostra opere evocative che non fanno caso alla distinzione tra umano e non umano e richiamano temi di urgente importanza al giorno d’oggi come l’impotenza di fronte ai traumi e alle violenze subite, l’origine di una nuova vita e la ricerca di una convivenza tra esseri umani, animali e natura. 

Miriam Cahn – Gezeichnet, Fondazione ICA

Steve McQueen. Sunshine State al Pirelli Hangar Bicocca fino al 31 Luglio 2022

Pirelli Hangar Bicocca accoglie, fino al 31 Luglio 2022, Steve McQueen con Sunshine State. 

La mostra, che occupa una delle pareti esterne dell’Hangar e le sue Navate, è curata da Vincente Todolì ed è realizzata in collaborazione con la Tate Modern di Londra. Qui nel 2020 era già stata presentata una versione iniziale dell’esposizione a cura di Clara Kim. 

Sunshine State al Pirelli Hangar Bicocca vuole essere un’esperienza immersiva con sei opere filmiche e una scultura, risultati tra i più evidenti e rappresentativi nella ricerca artistica di Steve McQueen inerenti alle sfumature esistenti in diversi contesti sociali storici e contemporanei e temi altrettanto attuali come la questione razziale e post-coloniale che ha portato poi McQueen alla più ampia riflessione circa l’essere umano e la sua identità. 

Steve McQueen, Sunshine State, Pirelli Hangar Bicocca
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