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Che cos’è la Fondazione Ragghianti

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La Fondazione ha sede a Lucca ed è intitolata a Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987), uno dei massimi critici, storici e teorici dell’arte del XX secolo, e a sua moglie Licia Collobi (1914-1989), anch’ella insigne studiosa.

L’origine e gli obiettivi

Il “Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti” nacque nel 1981 dalla donazione dei coniugi Ragghianti alla Cassa di Risparmio di Lucca della loro biblioteca, fototeca e archivio. Nell’ottobre del 1984 il Centro diventò Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti”, sostenuta dalla Cassa di Risparmio di Lucca, dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Lucca e dal Comune di Lucca. Secondo gli intendimenti dei donatori, lo scopo primario è stato fin dall’inizio quello di «offrire alla città e al comprensorio della Toscana nord-occidentale, oltre che a qualunque interessato italiano o straniero, uno strumento di studio dell’arte, nella storia e nel presente». Nel 1992 la Fondazione ricevette in donazione la biblioteca, la fototeca e l’archivio di Pier Carlo Santini, che ne fu direttore scientifico dal 1984 al 1993.

La vocazione dell’istituto è di creare iniziative di qualità, confermando un importante radicamento territoriale ma allargando la prospettiva a collaborazioni sempre più ampie e internazionali. Come scrisse Carlo Ludovico Ragghianti, «Lucca può diventare un laboratorio permanente di studio, un centro di esperienze culturali che aggiunga nuove potenzialità alle sue grandi tradizioni».

Chi era Carlo Ludovico Ragghianti: tra arte e politica

Carlo Ludovico Ragghianti nacque a Lucca il 18 marzo 1910. Studiò all’Università di Pisa sotto la guida di Matteo Marangoni; nello stesso ateneo insegnerà fino al 1972. La sua formazione fu influenzata dall’estetica di Benedetto Croce e della “pura visibilità”. Successivamente approfondì le teorie di Konrad Fiedler, Alois Riegl e Julius von Schlosser.

Ragghianti partecipò in prima linea alla lotta contro il fascismo: fu tra i fondatori del Partito d’Azione e dall’8 settembre 1943 organizzò la resistenza armata in Toscana. Fu presidente del Comitato di Liberazione Nazionale toscano e capo del governo provvisorio che nel 1944 liberò Firenze. Durante il gabinetto Parri fu sottosegretario alle arti e allo spettacolo; anche in seguito si occupò di problemi istituzionali come la riforma universitaria, la formazione dei docenti e la tutela del patrimonio culturale. Determinante fu il suo impegno per l’introduzione dell’insegnamento della storia e critica del cinema negli atenei italiani.

Esordì come studioso nel 1933 con un contributo sui Carracci, pubblicato su «La Critica», diretta da Benedetto Croce. Tra i primi saggi si segnalano quelli sul linguaggio filmico, che dimostrano un interesse precoce e pionieristico per il tema, cui Ragghianti fu legato per tutta la vita, come dimostrano i tre volumi sulle Arti della visione (1974-1979), sintesi delle sue ricerche.

Installation view (mostra su Bernardo Bellotto, 2019-2020), Fondazione Ragghianti

Insieme a Ranuccio Bianchi Bandinelli nel 1935 fondò la rivista «Critica d’Arte», alla quale contribuì anche Roberto Longhi.

Dal 1952 al 1965, insieme alla moglie Licia Collobi e grazie al sostegno finanziario di Adriano Olivetti, diresse «seleARTE», una delle più importanti pubblicazioni periodiche culturali del dopoguerra, che raggiunse tirature fino a 55.000 copie. Connessa a quest’esperienza fu la produzione della serie seleARTE cinematografica, della quale fanno parte diciotto dei ventuno “critofilm” realizzati da Ragghianti dal 1948, con La deposizione di Raffaello, fino al 1964, con il Michelangiolo. Grazie a tali cortometraggi, che godettero di grande fortuna, egli fece del mezzo cinematografico un efficace strumento di indagine critica e divulgativa, trattando argomenti diversi, dalla pittura rinascimentale (Andrea del Castagno, Piero della Francesca, Botticelli) a quella del Novecento (Rosai), dall’arte etrusca e romana all’architettura e all’urbanistica (Lucca, Pisa, Pompei, Venezia).

Gli interessi di Ragghianti sono testimoniati da libri come Commenti di critica d’arte (1946) e Profilo della critica d’arte in Italia (1948); fra i suoi studi di ricostruzione storico-filologica ricordiamo Arte in Italia (1967) e, tra quelli dedicati all’interpretazione della pittura moderna, Impressionismo (1946) e Mondrian e l’arte del XX secolo (1962).

Carlo Ludovico Ragghianti fu fondatore e promotore di molte istituzioni culturali, tra cui l’Istituto di Storia dell’Arte e la Raccolta nazionale di Disegni e Stampe dell’Università di Pisa e l’Università Internazionale dell’Arte di Firenze. Nel 1981, con la moglie, creò a Lucca il Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti.

Morì a Firenze il 3 agosto 1987.

Installation view (mostra su Cioni Carpi, 2020-2021), Fondazione Ragghianti

I “Giardini della scultura Pier Carlo Santini”

La Fondazione Ragghianti possiede una collezione di più di settecento opere – tra dipinti, grafica, sculture, fotografie, collages e polimaterici – pervenute per donazione, soprattutto da parte degli artisti stessi. La raccolta rappresenta un imprescindibile strumento di conoscenza ed educazione pubblica, e rispecchia in modo evidente quell’apertura d’interesse verso ogni forma espressiva che costituì una delle linee portanti del pensiero e dell’azione di Carlo Ludovico Ragghianti nonché di Pier Carlo Santini, suo allievo e primo direttore.

Opere di Lorenzo Guerrini nei “Giardini della scultura Pier Carlo Santini”

Occorre dire che, non essendo un museo né possedendo sale per allestimenti permanenti, la Fondazione non ha la possibilità di esporre in maniera stabile la maggior parte dei pezzi della collezione, che è conservata nei depositi, ovviamente a disposizione della visione per gli studiosi che ne facciano richiesta. Fa eccezione un nucleo di una trentina di sculture, che erano state a suo tempo posizionate nella biblioteca e nei chiostri del complesso monumentale di San Micheletto, sede della Fondazione, che si trova all’interno della Mure cittadine di Lucca, vicino a Porta Elisa e all’Orto Botanico. Nel corso degli anni, però, esigenze logistiche e fattori estemporanei avevano fatto sì che l’ordinamento delle opere perdesse la logica con cui era nato. L’incarico di progettare il nuovo allestimento, affidato all’architetto Mauro Lovi, ha portato alla nascita del percorso di quelli che, con l’inaugurazione del 17 dicembre 2016, hanno preso il nome di “Giardini della scultura Pier Carlo Santini”.

Con tale iniziativa si è voluto dar vita a un itinerario in grado di aiutare chi entra in San Micheletto a capire subito dove si trova, cioè in un luogo della bellezza, dell’arte e della cultura, connotandolo quindi in senso “museale”, nell’accezione più viva del termine.

Programmi futuri

Nonostante le conseguenze dell’epidemia da Covid-19, anche nel corso del 2020 la Fondazione Ragghianti è riuscita a confermare la propria programmazione e a portare avanti un’attività editoriale, espositiva, archivistica, didattica etc. di alta qualità. Il 2021 sarà un anno importante, che segnerà il quarantennale dell’istituzione. Per l’occasione sarà realizzata una grande mostra interdisciplinare e prenderà avvio l’edizione critica dei carteggi di Carlo Ludovico Ragghianti con le più ragguardevoli personalità con cui fu in contatto epistolare.

Nel suo complesso, il programma delle iniziative della Fondazione per l’anno 2021 riconferma in modo inequivocabile gli obiettivi e la natura di un centro di studi, ricerca, promozione e produzione dell’arte che, ormai da qualche anno, porta avanti una proposta culturale la cui serietà e qualità sono unanimemente apprezzate.

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