Forme uniche nella continuità dello spazio è l’opera forse più celebre di Umberto Boccioni, diventata simbolo del futurismo italiano.
L’opera, la cui versione originale in gesso è in mostra al Museo di Arte Contemporanea di San Paolo in Brasile, è stata poi oggetto di diverse repliche realizzate in bronzo.
Una di queste, datata 1949, è conservata al Museo del ‘900 di Milano.
Umberto Boccioni e il Futurismo
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882.
Boccioni è stato pittore, scultore e scrittore italiano, esponente di spicco del Futurismo.
Il Futurismo è un corrente artistica che nasce nei primi decenni del ‘900 e che, nel suo manifesto, celebra la velocità e il dinamismo nell’arte.
L’idea di rappresentare visivamente il movimento e la sua ricerca sui rapporti tra oggetto e spazio hanno influenzato le sorti della pittura e della scultura del XX secolo.
Forme uniche nella continuità dello spazio: l’uomo ingranaggio
L’opera, se osservata lateralmente, rappresenta la figura di un uomo che cammina ma se ci si sofferma meglio è facile pensare più a una macchina, un ingranaggio in movimento che a una persona.
L’opera, che è stata concepita per diventare un corpo aerodinamico, si sviluppa con cavità, rilievi, pieni e vuoti che generano un effetto discontinuo, in cui si passa dalla luce all’ombra.
In sostanze le forme cambiano e si plasmano in base all’angolazione da cui si guarda.
Osservando la figura da destra, il torso sembra essere pieno ma se si gira intorno alla statua e la si osserva da sinistra si trasforma in una cavità vuota.
La linea di contorno si sviluppa come una sequenza di curve ora concave, ora convesse: in tal modo i contorni irregolari non limitano la figura come di consueto ma la dilatano espandendola nello spazio.
Se vista lateralmente, la statua dà l’impressione di un movimento avanzante che procede energicamente.
Tuttavia se la si guarda frontalmente o a tre quarti si può notare una torsione delle forme nello spazio: più di una linea infatti si avvolge attorno alla figura in un moto a spirale, coinvolgendo i diversi piani in una rotazione che suggerisce un’ulteriore espansione delle forme.