Crazy al Chiostro del Bramante, inno alla follia nell’arte contemporanea

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Roma celebra l’arte contemporanea al Chiostro del Bramante con CRAZY la follia nell’arte contemporanea. 

L’ordine del disordine

Crazy è senza dubbio una delle mostre dell’anno: aperta il 19 Febbraio e visitabile fino all’8 Gennaio 2023, espone ben 21 artisti di rilievo internazionale e 11 installazioni site-specific. 

Un dialogo tra arte e follia: è su questo che Danilo Eccher, curatore della mostra, ha voluto puntare. 

Fantasia, euforia, colori, una mostra senza schemi e imprevedibile a conferma di come l’estro creativo non ha e non deve avere limiti. 

Questa è la combinazione vincente alla base del successo dell’esposizione che invade gli spazi del chiostro. 

Il percorso espositivo

Si parte dal piano terra dove è stata allestita la prima opera in mostra dal titolo Passi, realizzata da Alfredo Pirri, uno dei maggiori esponenti dell’arte contemporanea italiana. I suoi Passi, tramite la superficie riflettente, sono in grado di alterare lo spazio che li circonda e modificare anche la percezione che ne ha l’osservatore. 

Passi, Chiostro del Bramante Roma, Alfredo Pirri, 2022, Vetri specchianti

Sotto il colonnato sono state posizionate anche Teenager Teenager, le sculture in vetroresina di due artisti contemporanei cinesi, Sun Yuan e Peng Yu. Le sculture giocano sul tema della costante conferma del paradosso e affrontano diversi temi quali conflitti esistenziali, la condizione umana, l’ossessione per la morte, la vecchiaia e la violenza. 

Teenager Teenager, Sun Yuan; Peng Yu, 2011, Sculture in vetroresina

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Cascate di colori

A questo punto si entra negli spazi interni del chiosco dove si alternano, tra le sale, i corridoi e le scale, le altre installazioni. 

C’è Shoplifter, artista islandese da anni a New York, che rovescia una cascata di colore con l’opera realizzata con capelli sintetici su rete su moquette. Da una cascata all’altra, si passa a Janet Echelman con il suo Study for Butterfly Reststop. Janet, scultrice e artista della fibra, è maestra nell’intrecciare nylon e poliuretano creando reti coloratissime. 

Shoplifter, Hrafnhildur Arnadottir, 2022, Capelli sintetici su rete su moquette

Dalle reti e gli intrecci colorati alle luminarie, altrettanto vivaci, di Massimo Bartolini con Starless. Le luci che, per l’artista italiano classe 1967, sono l’odore della vista. 

Le scale del chiostro sono state invece invase da Black Cloud Fashion, le quindici mila falene nere di carta realizzate dall’artista messicano Carlos Amorales. 

Un vero e proprio sciame, immobile sui muri che circondano la scalinata, che avvolge l’osservatore con migliaia di occhi accompagnandolo fino al piano superiore. 

Black Cloud Fashion, Carlos Amorales, 2022, 15 mila falene nere di carta su muri

Ma questi sono alcuni dei nomi dei protagonisti della mostra, che espone anche Gianni Colombo, Petah Coyne, Ian Davenport, Fallen Fruit/David Allen Burns e Austin Young, Lucio Fontana, Anne Hardy, Thomas Hirschhorn, Alfredo Jaar, Gianni Politi, Tobias Rehberger, Anri Sala, Yinka Shonibare CBE, Sissi, Max Streicher e Pascale Marthine Tayou.

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