Quest’anno ricorre il bicentenario della morte di Antonio Canova, scultore italiano e primo tra gli esponenti del neoclassicismo.
Ne approfittiamo per consigliarvi cinque musei, in Italia, dove poter trovare le opere di Antonio Canova.
Le Grazie al Museo Canova di Possagno
Il Museo Canova di Possagno è dedicato al grande scultore.
Qui si trovano le tre Grazie di Antonio Canova, vero e proprio capolavoro dell’arte neoclassica, nonché una delle opere più celebrate dell’artista. L’opera venne commissionata dall’imperatrice Joséphine de Beauharnais, tra i principali mecenati dello scultore.
Canova qui rappresenta tre fanciulle figlie di Zeus e di Oceanina Eurìnome: Aglaia, incarnazione dello splendore, Eufrosine della gioia e della letizia, e Talia che rappresenta la prosperità.
Il motivo delle tre figure femminili nude e abbracciate fu ripreso più volte da Canova nelle proprie opere. Questo gruppo traduce in scultura l’idea della ‘grazia’ intesa non tanto come categoria della bellezza corporea, quanto piuttosto come qualità dello spirito e del sentimento.
Le tre sorelle sono simili nella fisionomia, sono cinte da un drappo e rispecchiano i canoni di bellezza ideale ricercati dagli artisti neoclassici. Non rivolgono la loro attenzione allo spettatore ma sono impegnate a scambiarsi sguardi intimi, amorosi, reciproci e riservati. Le linee sono flessuose e morbide, perfettamente studiate e le dee sembrano parlare tra di loro.
Ercole e Lica alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma
La Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha in collezione permanente “Ercole e Lica“, commissionata all’artista da Onorato Gaetano dei principi d’Aragona nel 1795.
Il gruppo scultoreo di Ercole e Lica rappresenta l’eroe in un momento di massima tensione muscolare, mentre infierisce contro Lica, colpevole di avergli portato la tonaca intrisa dal sangue avvelenato di Nesso.
La torsione dei due corpi nudi, sprigiona una grande intensità energica, che ha il suo apice nell’urlo disperato del fanciullo e nei tratti furibondi di Ercole, incorniciato in una folta barba di ricci e completamente nudo, se non per il velo che ne copre i muscoli.
La Maddalena Penitente a Palazzo Bianco di Genova
La Maddalena Penitente , considerata uno dei capolavori della prima maturità dell’artista, venne realizzata fra 1794 e 1796 nonostante rechi sul retro la scritta “Canova Roma 1790”.
È oggi conservata presso Palazzo Bianco a Genova.
In quest’opera Canova lavora il marmo plasmando la materia fino alle sue estreme possibilità: dall’estrema levigatezza del corpo di Maddalena fino al trattamento grezzo del basamento su cui essa è posata.
La statua, la cui storia è stata caratterizzata da continui viaggi da e verso Parigi, ebbe un grandissimo successo in epoca romantica , anche grazie all’aspetto sensuale della sua figura. Tanto fu il suo successo che anche Stendhal ne esaltò le lodi.
Passata più volte nelle mani di diversi illustri proprietari, la Maddalena Penitente arrivò definitivamente a Genova nel 1889 per legato di Maria Brignole – Sale de Ferrari, vedova del suo ultimo proprietario, Raffaele De Ferrari, Duca di Genova.
Ebe alla Galleria d’arte Moderna di Milano
Anche a Milano, alla Galleria d’Arte Moderna, è possibile ammirare una statua di Canova.
Si tratta di Ebe, il cui gesso è il modello originale dal quale Canova ricavò il marmo destinato a Giuseppe Giacomo Albrizzi – ora conservato alla Nationalgalerie di Berlino – e quello acquistato nel 1802 da Josephine de Beauharnais, attualmente all’ Ermitage di San Pietroburgo.
Ebe è la Figlia di Zeus ed Era. Nella mitologia era divinità della giovinezza e coppiera degli dèi.
Nell’opera di Canova è ancora fanciulla, con delle forme acerbe, ritratta mentre si appoggia su una nuvola dell’Olimpo mescendo nettare e ambrosia, con un movimento in avanti che fa aderire la stoffa al corpo, arricciandola in contorni frastagliati sul retro.
Maria Luigia d’Asburgo in veste di Concordia alla Galleria Nazionale di Parma – Complesso Monumentale della Pilotta
Canova venne invitato a Parigi per realizzare il ritratto della nuova sposa di Napoleone, Maria Luigia d’Asburgo.
La statua di Maria Luigia D’Asburgo, ora conservata alla Galleria Nazionale a Parma, raffigura la sovrana nelle vesti della Concordia, solennemente seduta su un trono, in abiti regali, con diadema regale, scettro e patera.
La statua di Maria Luigia d’Asburgo venne conclusa nel 1814, ma la caduta dell’impero napoleonico ne impedì il trasporto a Parigi, dov’era destinata.
Maria Luigia riuscì a impadronirsene solo nel 1817, decidendo di sistemarla nella reggia di Colorno.
Anni dopo, nel 1848, l’arciduca Leopoldo d’Asburgo – suo erede – la donò alla città, affinché fosse sistemata nella nicchia della Galleria che la sovrana aveva fatto allestire nel Palazzo della Pilotta, dove tuttora si può ammirare.