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Apre a Bologna il Museo Ottocento

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A Bologna, il 20 Aprile, ha inaugurato il Museo Ottocento .

Il Museo, situato in pieno centro città a due passi dal Museo Internazionale e Biblioteca della musica, dal Museo Davia Bargellini e da Casa Morandi, documenta le principali correnti stilistiche del secolo studiate dagli artisti che frequentavano Bologna.

Il Museo si propone come un nuovo centro culturale per la città, qui infatti saranno organizzati anche incontri aperti al pubblico, conferenze, giornate di studio e mostre temporanee.

La Collezione del Museo Ottocento

Il Museo ospita anche un’interessante collezione permanente, assai nutrita di esponenti Bolognesi attivi tra la metà dell’800 e i primi decenni del ‘900.

Esposti al Museo Ottocento si trovano ad esempio Giovanni Paolo Bedini, Luigi Busi, Fabio Fabbi, Mario De Maria, Alfredo Protti e tanti altri.

In totale sono esposte circa 85 opere divise in dodici sezione tematiche a loro volte distinte in base alla tecnica di esecuzione: acquarelli, dipinti a olio, acquarelli, disegni e così via.

Prese nella loro totalità le opere del Museo Ottocento rappresentano quindi il così detto “secolo lungo” che dalla pittura storica arriva al Naturalismo, all’ Orientalismo al Simbolismo e alla Secessione, con particolare attenzione alla ritrattistica e sui lavori a tema religioso.

Il paggio e la duchessa, Luigi Busi, 1862 Olio su tela

Il Museo Ottocento per la riscoperta del territorio

Il Museo Ottocento offre un percorso che si snoda attraverso una prospettiva territoriale.

La sezione dedicata al Naturalismo esporrà invece, tra gli altri, due paesaggi di Coriolano Vighi, soffermandosi al contempo sul lavoro dell’autodidatta Luigi Bertelli che sarà fondamentale per l’evoluzione della pittura bolognese.

A cavallo dei due secoli spiccano le opere di Fabio FabbiAugusto Majani e Alfredo Savini, protagonisti della sezione Fin de Siècle.

La raccolta delle albicocche Alfredo Savini Olio su tela

Proseguendo nel percorso, la sala dedicata al Simbolismo presenta diverse opere di Augusto Sezanne, mentre a rappresentare la Secessione, movimento di rottura che all’inizio del XX secolo fa parlare di sé nelle principali città europee, a partire dall’esempio viennese, sono artisti come Carlo Corsi, Emma BonazziGuglielmo Pizzirani, Giovanni Romagnoli.

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