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Le mostre dell’estate 2022: ecco quali non perdere

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Artsupp

Le cinque mostre imperdibili di questa settimana ci accompagneranno per tutta la bella stagione, fino a Settembre 2022: offrono diversi spunti di riflessione come l’ironia, la precarietà e l’evanescenza, l’arte dissacratoria così come quella innovativa e infine le video installazioni.

Giuseppe Veneziano True Stories a Palazzo Pallavicini fino al 18 Settembre 2022

Palazzo Pallavicini a Bologna inaugura la mostra dal carattere ultra pop, Giuseppe Veneziano True Stories, a cura di Valerio Dehò.

La mostra è caratterizzata dall’approccio ironico e provocatorio che da sempre contraddistingue il lavoro di Giuseppe Veneziano.

Protagonisti delle tele di Veneziano sono famosi personaggi pubblici a cui sono dedicate le diverse sezioni tematiche.

L’artista ritrae anche se stesso come la Gioconda, imita Dalì che a sua volta fa il verso a Velázquez mentre dipinge Biancaneve; Spiderman prende il posto di Jeff Koons e la Ragazza con l’orecchino di perla si fa un selfie senza veli.

Giuseppe Veneziano True Stories risulta come l’incontro riuscito tra passato, presente e futuro grazie ai supereroi dei fumetti e i miti del passato che incontrano quelli del presente, il tutto condito da diverse incursioni nella storia dell’arte, da Goya a Raffaello.

Una mostra pop, colorata e vivace come sa esserlo una grande festa, in cui il politically correct è messo al bando.

La Madonna degli Influencer Giuseppe Veneziano 2021 Acrilico su tela

CHRISTIAN FROSI LA STANZA VUOTA alla GAMeC fino al 25 settembre 2022

La GAMeC di Bergamo dedica a Christian Frosi la mostra La Stanza Vuota, a cura di Nicola Ricciardi. 

L’ esposizione presenta oltre 30 opere, realizzate in poco più di dieci anni di attività, che raccontano i temi della transitorietà, precarietà, fuggevolezza, ed evanescenza, elementi costanti nella sua produzione artistica.

A partire dal 2012, Frosi decide di ritirarsi gradualmente dalle scene fino a diventare praticamente irraggiungibile. Smette di essere un artista: sceglie di non produrre, di non partecipare, di sottrarsi alla storia dell’arte, alle sue circostanze e ai suoi attori.

L’ artista, in passato, ha esposto in numerose mostre personali sia in Italia che all’estero partecipando anche alla prima Triennale di Torino nel 2005, a Sindrome Italiana, la jeune création artistique italienne al Magasin – Centre National d’Art contemporain di Grenoble nel 2010, fino a Fuoriclasse, la mostra alla Galleria d’Arte Moderna di Milano.

La volontà di esporre oggi la sua prima mostra personale nasce soprattutto dalla necessità di proteggere, conservare e tramandare il suo lavoro. 

rrrrr, Christian Frosi, 2006

L’ESCA al Macte di Termoli fino all’11 settembre 2022

Il Macte di Termoli apre la mostra L’ESCA che fino all’11 Settembre presenta nelle sale del Museo di Arte Contemporanea di Termoli trenta opere provenienti da una collezione privata.

Tra gli artisti presenti, si ricordano: Mario Airò, Stefano Arienti, Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Miltos Manetas, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Paola Pivi, Alessandra Tesi, Vedovamazzei, Luca Vitone, Sislej Xhafa e molti altri.

Il titolo ESCA si riferisce alla relazione tra collezionista e artista, che spesso nasce da un colpo di fulmine per l’opera d’arte. Questa mostra è anche la dimostrazione di come si possano instaurare rapporti stretti tra il collezionista e l’artista con assidue frequentazioni degli studi d’artisti, delle gallerie e di spazi espositivi in diverse città italiane.

L’esposizione indaga sopratutto la ricerca artistica di esponenti dell’arte italiana degli anni Novanta: un viaggio all’interno della storia dell’arte di ben quarant’anni e un’occasione unica per scoprire opere che raccontano approcci critici, giocosi, narcisi, che hanno in comune un’insofferenza ai materiali e alle tecniche tradizionali in favore di una vena dissacratoria e introspettiva.

L’Esca, MACTE di Termoli

Utopia di Kazumi Yoshida al Loggiato di San Bartolomeo di Palermo fino al 30 luglio 2022

Il Loggiato di San Bartolomeo ospita Utopia di Kazumi Yoshida, designer contemporaneo tra i più famosi al mondo e art director di Clarence House.

Utopia prende forma a Palermo, città definita dall’artista come un sogno, ed è la prima grande antologica del maestro in Italia. 

Molte delle opere qui esposte sono inedite, e alcuni tra arazzi e pitture sono stati appositamente realizzati in omaggio alla città Siciliana. In particolare, Utopia, la grande opera da cui la mostra prende il titolo è stata realizzata da Kazumi Yoshida a New York e completata a Palermo, in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti. Un omaggio alla vitalità che l’artista ha percepito visitando la città.

Kazumi Yoshida crea opere d’arte e poi le traduce in tessuto e carta da parati, o viceversa. Nei suoi lavori si percepisce l’influenza di Jean Cocteau, Raoul Dufy, Fernand Léger, Marie Laurencin, Picasso e Matisse. La sua ispirazione proviene dall’arte ma anche dalla natura e dalla moda.

Utopia, Kazumi Yoshida, Tecnica mista

Candice Breitz: Never Ending Stories alla Fondazione Modena Arti Visive – Palazzina dei Giardini fino al 18 settembre 2022

FMAV Fondazione Modena Arti Visive presenta Candice Breitz: Never Ending Stories. 

La mostra, la più grande dedicata finora da un’istituzione italiana all’artista sudafricana, si tiene presso la sede di Palazzina dei Giardini a Modena.

Candice Breitz, artista di origine sudafricana ma residente in Germania, ad oggi è una delle più note a livello internazionale. Nel 2017 ha anche rappresentato il Sudafrica alla 57esima Biennale di Venezia.

Candice Breitz: Never Ending Stories presenta tre installazioni: Love Story (2016), Digest (2020) e Labour (2020) e riflette sul ruolo cruciale che lo storytelling gioca nella costruzione della realtà vissuta, offrendo la possibilità di realtà future alternative.

La mostra è una via di fuga dall’accelerazione temporale che viviamo quotidianamente, dovuta sopratutto alla spirale dell’economia in cui viviamo e al rapporto compulsivo instaurato con i social media, divenuti il nostro strumento di comprensione e misura del mondo. 

Love Story ci interroga invece sulla perdita di sfumature ed empatia che si verificano quando storie complesse vengono condensate ed abbreviate per servire tempi di attenzione sempre più brevi. 

L’opera si sviluppa grazie ai colloqui con sei persone che hanno lasciato per motivazioni religiose, politiche o umanitarie, la propria terra di origine: Sarah Mardini, sfuggita dalla guerra in Siria, José Maria João, un ex soldato bambino angolano, Mamy MalobaLanga, sopravvissuta a uno stupro nella Repubblica Democratica del Congo, Shabeena Saveri, attivista transgender indiana, Luis Nava Molero, dissidente politico del Venezuela e Farah Abdi Mohamed, giovane ateo somalo.

Nella prima sala frammenti delle interviste appaiono rimessi in scena dagli attori di Hollywood Alec Baldwin e Julianne Moore e montati, mentre nel secondo spazio le interviste vengono proiettate nella loro interezza. 

Love Story, Candice Breitz
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